Paganini Rockstar

Place

Palazzo Ducale, Genova

Client

Palazzo Ducale, Fondazione per la cultura

Date
Category
Interaction design, Mostre, Video Installazioni
About This Project

Paganini e rockstar sono due parole ardite da accostare, sembrano appartenere a due universi molto distanti tra loro, due storie lontane – nel tempo e nello spazio – che difficilmente possono intrecciarsi.
Eppure Niccolò Paganini, avvolto tutt’oggi nelle nubi fumose di leggende, luoghi comuni e misteri, è un musicista rock, laddove rock vuol dire rivoluzione.
Ciò che Paganini realizzò, nella prima metà dell’Ottocento, fu rivoluzionario: non soltanto sfidò, superandoli, i limiti di ciò che fino ad allora si poteva fare con il violino, ma ridefinì il significato stesso dell’essere musicista.
La scoperta del talento, il virtuosismo, le performance, il look, i tour, la fama, lo scatenamento di fantasie ed entusiasmi del pubblico sono tutti elementi rintracciabili nella vicenda artistica e biografica di Paganini. E, allo stesso tempo, sono tutte storie ricorrenti anche nelle vite delle rockstar di oggi.
Paganini e Hendrix non sono due universi poi così distanti: entrambi furono dei virtuosi, entrambi osannati dalle folle, entrambi legati al proprio strumento – il celebre Cannone e la Fender Stratocaster, considerati in mostra come dei veri e propri oggetti magici – che era di fatto prolungamento della loro anima oltreché del loro corpo.
Le loro storie dunque si intrecciano, ma non solo: la mostra, unendo ai manoscritti originali di Paganini e ai costumi di scena di Hendrix un impianto multimediale di forte impatto, si apre anche alla nostra contemporaneità, chiamando a partecipare le star di oggi.
La performance inedita di Roberto Bolle, realizzata in esclusiva sul Capriccio 24, è la chiave di volta della mostra, la resa visiva del concetto stesso di virtuosismo in una sala immersiva molto suggestiva. Morgan, Salvatore Accardo, Gianna Nannini e Ivano Fossati sono gli altri testimonial d’eccezione che arricchiscono il racconto della mostra con i loro contributi video.
Un racconto che stupisce, conduce dietro le quinte di un teatro e da lì mostra la messa in scena dell’artista, la costruzione del mito.

La mostra è curata da Roberto Grisley, Raffaele Mellace e Ivano Fossati

 

Progetto

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