Fabbrica del Vapore
September 22, 2016
SET|OPERA è una videoinstallazione che prende corpo da un precedente lavoro, Design|Opera, incentrato sul concetto di connessione tra cose e cose, tra persone e persone, tra persone e cose, concepito per esporre gli oggetti di design selezionati per l’Adi Design Index 2013.
SET|OPERA non propone immagini chiuse ma relazioni aperte che cambiano e, cambiando, modificano la percezione del mondo sensibile. La musica (ispirata all’aria Vissi d’arte dell’opera pucciniana Tosca), il ritmo, la variabilità della luce, la sovrapposizione di immagini astratte e particellari agli oggetti in scena, creano un panorama discontinuo e mutevole. Il linguaggio visivo è ridotto a elementi primari e astratti. I pixel diventano un pulviscolo che riveste le cose, che dà forma alle forme, emblema immateriale ed estremo di un’evoluzione digitale che ha coinvolto tutti i settori, dalle pratiche progettuali a quelle comunicative.
SET|OPERA è un sistema che va declinato al plurale. Come un’opera lirica è fatta di momenti d’assieme. Non vive senza un pubblico; è un luogo in cui si condivide un’esperienza. E’ un crogiolo in cui si mischiano e si corrompono diversi linguaggi, materie ed elementi. Mette in scena la molteplicità e l’ibridazione, la sinergia tra oggetti d’uso, suoni, segni, emozioni che, nel loro dialogo, compongono l’opera del nostro quotidiano.
E’ sera quando Flora Tosca canta l’aria Vissi d’arte, un brano intimo, una parentesi riflessiva che si apre nel movimentato scorrere degli eventi del dramma di Puccini ed è in un paesaggio serale, illuminato solo dalle luci fredde e lunari di sei videoproiettori, che viene ambientata Set|Opera un movimento ispirato al mutevole fluire della vita.
I tre movimenti che compongono l’aria, tutte variazioni musicali ispirate al brano di Puccini, corrispondono a diversi tipi di relazioni che si instaurano tra gli oggetti esposti.
ATTO 1: L’incontro e il contatto con ciò che non si conosce.
Il primo movimento introduce l’elemento della casualità. Simboleggia l’incontro con ciò che non si conosce e in cui ci si imbatte fortuitamente, con ciò che si prende e con ciò che si abbandona; è il livello meno controllato dell’inaspettato e dell’imprevisto; rappresenta la curiosità, la scoperta, l’avventura e la necessità dell’uomo di perdersi per scoprire il nuovo. Vuole parlare a quelle parti di noi che, nel corso del tempo, abbiamo smarrito e che ritroviamo solo quando, casualmente, le incrociamo.
Dopo l’incontro si stabilisce il contatto. Come nella famosa scena del film Incontri ravvicinati del terzo tipo in cui la sequenza musicale diventa forma di comunicazione con gli alieni, così l’alternanza di suoni e forme diventa il linguaggio comune che permette il dialogo.
Atto 2: La connessione tra gli oggetti disegna cuciture e sinapsi.
Il secondo atto crea connessioni tra gli oggetti esposti, disegna cuciture e sinapsi. E’ una riflessione sulla forma che, nel contatto con le altre forme, si apre e si relaziona anche con lo spazio che la contiene. Nella prima parte un intreccio di linee grafiche si dirama dagli oggetti disegnando un circuito lineare di collegamenti; nella seconda parte i legami diventano meno definiti e si trasformano in un pulviscolo che si espande sul piano di appoggio.
Atto 3: Una riflessione sul tempo.
Il terzo movimento è una riflessione sul tempo.
Inizia con la rappresentazione di uno scorrimento fluido che, come un fiume, passa e trasporta gli oggetti.
Ma l’idea di misura universale e lineare viene interrotta dall’irrompere di eventi, dal ritmo irregolare di tracciati spezzettati, dalle ramificazioni degli ipertesti, dalla rappresentazione di un tempo che procede a balzi, torna indietro, si dilata, si rapprende, si coagula, avvolge le cose, le fa crescere e maturare poi le stravolge o le abbandona. E’ il tempo del racconto multimediale, molto diverso da quello cinematografico ma con il quale condivide molti elementi primari, come ad esempio il loop, o artifici narrativi, come le dissolvenze. E’ il tempo che reinventa la sequenza, smonta visivamente gli oggetti e propone una miriade di nuove possibilità.
Progetto e allestimento di Neo [Narrative Environments Operas]
A cura di Fabia Molteni, Cinzia Rizzo e Franco Rolle
In collaborazione con:
Omar Crippa
Camilla Panzeri
Rodolfo Riva
Sound design:
Riccardo Castaldi
Montaggio video:
Mara Colombo